Seconda giovinezza artistica per l’attrice: a Genova grande successo al Genovese de “La Guerra dei Roses”, con cui è stata inaugurata la nuova stagione del Politeama. “Il segreto è quello di avere sempre l’entusiasmo di una ragazzina”
Di Leo Cotugno
Nel ruolo di una donna fedele ma mai dimessa, al fianco di un uomo ricco, tronfio, e sicuro di sé. Ambra Angiolini conquista il pubblico del Politeama Genovese ancora una volta, e lo fa portando al successo “La Guerra dei Roses“, riadattamento del celebre romanzo di Warren Adler, datato 1981, che sarebbe poi divenuto pellicola cinematografica di enorme rilievo, con la regia di Danny De Vito e le interpretazioni di Michael Douglas e Kathleen Turner.
CAOS E LUCE – Ambra è alla sua nona esperienza teatrale, la quarta sul palcoscenico del Genovese. «Ma sono sedici anni che mi cimento con il teatro a livello totale, dal melodramma alla commedia impegnata. Devo riconoscere che più di ogni altro lavoro, il conflitto dei coniugi Rose è disegno di amore al di sopra di ogni cosa, forza che all’inizio disgrega, successivamente separa, alla fine ricompone, solo dopo un diabolico attuarsi di un disegno fatto di mancata realizzazione professionale, bugie, fughe e sottili vendette. Una vicenda che avevo già avidamente letto, spinta dalla curiosità di entrare nel mondo di questa donna, simile a quello di tantissime altre donne della società contemporanea. È stata una lettura che mi ha spinto a accettare con entusiasmo questa nuova fatica: Shakespeare ha analizzato persino con animo e fare “pulp” questo rapporto di caos e luce: i due contendenti si sentono forti solo con la sottile vendetta, anime di un confronto di sessi nel quale il più debole in realtà è il più forte perché pensa più a lungo».
Una Angiolini raffinata, l’attestato di merito che platea e critica le hanno riconosciuto. Ambra, con la solarità che le è familiare, ha risposto: “Anche un po’ ‘casinista’ e tanto, tanto diabolica. Una piccola macchina di sottigliezze pronta a fare scricchiolare le certezze del coniuge. Matteo Cecon, il mio compagno in scena, è una persona deliziosa, dotata di un estro e di un carattere eccezionali, pensare che all’inizio era impaurito come un bambino al primo giorno di scuola!“.
REGINA DEGLI EQUIVOCI – Altro particolare che colpisce assistendo a “La Guerra dei Roses”, l’alone di mistero che fa da sfondo alle vicende. «In un certo senso una mia seconda giovinezza artistica che riconduce a “Menecmo“, la commedia di Plauto che mi ha visto debuttare a teatro nel 2001. L’incontrastato padrone della situazione è l’equivoco, che genera una serie di situazioni intricate e grottesche che nello spettatore generano ilarità ma anche un pizzico di compassione. Barbara, la giovane protagonista della commedia, è una ginnasta ambiziosa per vocazione, ma ha dinanzi a sé la grande passione per il marito Oliver. Questo la renderà regina degli equivoci: quale scelta attuare? Meglio la vita piatta al fianco di un uomo tanto sicuro di sé sul lavoro quanto traballante nel sentimento oppure un deciso rilancio professionale?»
I MIEI PRIMI 40 ANNI – Ambra Angiolini e la vita artistica, un connubio radiotelevisivo, cinematografico e teatrale che ha avuto inizio nel 1992, stellina di Non è la Rai al fianco del suo grande scopritore Gianni Boncompagni. Venticinque anni di carriera e il recente compleanno numero 40, festeggiato con una miriade di riconoscimenti (su tutti i quattro Telegatti, ndr) che non si conta più.
«Sono come Barbara Rose, tracciando il bilancio della mia vita continuo a farmi domande – sottolinea – ma posso affermare di avere messo in discussione tutto quello che avevo costruito. Il mondo che ti circonda vorrebbe che perfino la felicità fosse una cosa reale, concreta, ma così non è. Magari fosse così semplice! Invece è un sottile, subdolo giochetto di costume, ti butta giù ed il giorno dopo ti riporta su. E grazie a lui ho capito un sacco di cose”».
Ma chi è dentro la Ambra quarantenne? «Una donna dotata di un enorme quantitativo di inconscio: se trovo un uomo che lo capisce (risata irrefrenabile) faccio altri sei figli».
Ti hanno definito capricciosa e viziata…«Forse anche un po’ stronzetta, probabilmente lo sono stata. Ma oggi sono una donna libera dalle definizioni, mi faccio trasportare da un’emozione o da una frase detta bene, non ho più paura di quello che provo. Ci sono i miei due figli, Jolanda e Leonardo, a dare senso alla mia vita, la cosa più importante. Tutto è tappa e prova, è stato difficilissimo il momento della separazione (l’addio all’ex marito Francesco Renga, ndr), però Ambra è una che per difetto è un corso d’acqua sempre in movimento».
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