Dopo tre anni la cantante torna in attività con un disco maturo, ricco di nuove sonorità ed una vibrante protesta. Tutte le anticipazioni sul concerto del 28 marzo
Di Leo Cotugno
L’uomo della società contemporanea non ama fare la spesa, è facilmente corruttibile, sprofonda nell’ipocondria, ama dare giudizi senza conoscere chi gli sta attorno ed accanto. Giorgia ha esplorato il microcosmo delle umane debolezze per trarne alla luce il suo nuovo disco, “Oronero“, che segna il ritorno all’attività di una delle più vibranti voci femminili italiane ed europee dopo tre anni.
L’atteso concerto genovese, in programma il 28 marzo al 105 Stadium della Fiumara, sarà l’occasione per conoscere in presa diretta la capacità comunicativa ed emozionale di un’artista che parla di un tema difficile e delicato come quello del rispetto. «È una pura coincidenza» esordisce la cantante «che nel bene e nel male la forza dell’umanità sia sempre quella dell’essere protagonista, a volte indomabile, vulcanica e travolgente, altre vulnerabile, pigra e piena di paure. Dietro a tutto questo? La curiosità morbosa, perseguitata da un moralismo esasperato».
Un mare inquinato
Giorgia canterà la protesta contro la falsa cortesia e il giudizio tagliente. Parlano di me una donna facile, con le difficoltà di un giorno semplice, la prima strofa della canzone che dà il titolo al nuovo album: ma quali sono queste difficoltà?
«Quelle di un mondo dove le parole sono armi e sanno fare male. Dove ci si giudica e si è giudicati senza neppure conoscersi alla lontana, e dove la bellezza dell’anima è stata sostituita dall’apparenza, dall’esteriorità. L’Oronero ricordiamo cosa era? Il petrolio, fonte di ricchezze immense e potere. Nel nome di questa ricchezza abbiamo creato attorno a noi un mare sempre più inquinato, in cui ognuno ha saputo distruggere i rapporti per vivere nell’avidità».
Il nuovo lavoro musicale di Giorgia è stato creato per intero assieme ad Emanuel Lo, compagno artistico e di vita della cantante. «Anche Emanuel ama i messaggi forti, che arrivano direttamente al cuore. Oronero non deve essere solo il progetto apripista del disco, mi ha sempre ribadito; ma la dichiarazione nero su bianco di un cambiamento che abbiamo bisogno di conoscere da vicino». Assieme a Emanuel ha collaborato Michele Canova Iorfida, che aveva prodotto i due precedenti albums “Dietro le apparenze” e “Senza paura”. L’album Oronero è il decimo nella carriera di Giorgia: contiene quindici brani, che saranno ovviamente tutti proposti all’attenzione del pubblico genovese. «Adoro la Liguria, ricordando il calore con cui sono stata accolta e quasi adottata dai fans di questa regione affascinante e molto misteriosa». Non può non soffermarsi sul prossimo Festival di Sanremo, che l’ha vista ospite d’onore e che dodici anni fa la lanciò e consacrò all’attenzione della grande voce femminile d’autore con “Come saprei”: «Sono stata l’autrice del brano “Con te”, interpretato sul palco dell’Ariston da Sergio Sylvestre, ed è stata l’occasione di rafforzare attraverso il mio disco la vocazione filantropica».
Da Sanremo ha preso il via ufficiale anche la tournee di “Oronero”, che Giorgia ha rivelato dinanzi ai conduttori Carlo Conti e Maria De Filippi. Prima tappa Mantova, il 19 marzo: prima esibizione live anche per il nuovo singolo estratto dall’album, “Vanità”, continuazione del forte atto d’accusa alla modernità «che tutto filtra e tutto vaglia, ma solo nel nome dell’orgoglio e dell’egocentrismo».
Uno spirito polivalente
Ambasciatrice dell’Unicef, madrina dal 2005 dell’associazione Tartallegra, fervida sostenitrice delle linee di abbigliamento ecosostenibili (è firmataria della linea Earthache): Giorgia è un inno senza fine alla presenza viva ed attiva al fianco delle iniziative umanitarie. «Sono uno spirito dalla fortissima polivalenza, e così è stato per ognuna di queste iniziative cui si è aggiunta, dal 2010, anche la collaborazione per aiutare fattivamente i gattili di Roma» riprende l’artista. «Vorrei ribadire a questo proposito il messaggio forte e vibrante di Oronero: parlare di tutti noi, senza il desiderio comune di sparlare e di inquadrare ogni cosa sotto una gigantesca lente di ingrandimento. C’è chi è convinto che nella vita ci si possa entusiasmare a creare etichette, ma la lente non solo ingrandisce, ma ferisce profondamente. Guardo con gli sguardi di chi ferisce e di chi è ferito, nella vita come nel lavoro. Rendendomi conto che il mondo è sprofondato in quella patina oleosa, quell’oro nero appunto, costituito da cattiveria che insegue e non distingue nessuno».
La forza interiore di Giorgia è quella di una presenza cristallina che con la sonorità della musica e la limpidezza di una voce sempre strepitosa oltrepassa ogni barriera, ogni confronto. «Oltre a denunciare il giudizio che prevale sul dialogo» spiega «ho offerto questo brano riferimento diretto ad un’umanità che ha perso, o sembra avere perso la propria rotta. In copertina è il ritratto di una donna nuda, mi sono messa a nudo con il volto nascosto, quasi a volere evitare la luce riflessa della falsa cortesia e dell’opportunismo».
A Genova, ricordando due grandi
L’arrivo di Giorgia Todrani (cognome ormai artisticamente omesso da 20 anni) coincide con una data miliare quanto triste nella storia della musica italiana, l’addio di Luigi Tenco. Ma si scoprono interessanti analogie con l’album della cantante romana.
«Luigi Tenco è stato l’emblema di una gioventù ingannata e stemperata nel miraggio di una vita che il mondo, a parole, si è fatto dovere di prepararle facile e ricca di tutte le soddisfazioni, ma che alla prima imprevista difficoltà si sgomenta e le volta le spalle. È stato un artista di inimitabile sensibilità, che aveva compreso le feroci contraddizioni del mondo contemporaneo, come le assurdità dei divismi».
Il 28 marzo prossimo, oltre a Luigi Tenco, Giorgia offrirà anche un omaggio a Pino Daniele, a poco più di due anni dalla prematura scomparsa. «Proprio venti anni fa Pino, uomo dalla fantastica vitalità, aveva prodotto il mio disco “Mangio troppa cioccolata”. Che dire di un grande amico? Pino Daniele è riuscito a operare una sintesi mirabile di un immenso patrimonio musicale accostando colori e suoni che solo gli autori della canzone napoletana classica erano riusciti a mettere assieme. Solo dopo pochi anni di attività è diventato un punto di riferimento per tutta la scena musicale napoletana, legittimando e sostenendo nuovi progetti con le sue invenzioni sonore».
E ancora: «Pino era un uomo buono, di una simpatia contagiosa, ma anche timido e sensibile. Gli dicevo sempre, “fai parte del Dna dell’Italia”; e lui rideva, perche’ si metteva sempre in discussione. Ancora adesso non riesco ad ascoltare le sue canzoni senza piangere. Mi manca troppo».
Giorgia, guardarsi oggi
La cantante romana, autrice di dieci delle quindici canzoni che compongono “Oronero”, oggi, a 46 anni, è un’artista completa «che adora mettere la Giorgia compositrice al servizio della Giorgia che canta. Che può pensare più profondamente i testi, prendendo tempo, e invecchiare pensando: al mio fianco un uomo positivo, un figlio meraviglioso e la visione diversa del mondo, nel quale dovrò sempre essere all’altezza di tutto quello che ho ricevuto».
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