La band bergamasca torna sul palcoscenico genovese con la data finale della tournee di «Endkadenz volume 2». Roberta Sammarelli, bassista del gruppo: «Il pubblico ligure è eterogeneo, competente, appassionato alla nostra ricerca artistica».
Una delle più apprezzate espressioni musicali contemporanee del nostro Paese torna prepotentemente alla ribalta in questa parte conclusiva del 2015. Si tratta dei Verdena, storica grunge band fondata ad Albino, in provincia di Bergamo, nell’ormai lontano 1995 dai fratelli Alberto (chitarra e voce) e Luca Ferrari (batteria). Il sound è stato subito graffiante ed intenso, sonorità acid punk venate di psichedelia e rock d’avanguardia, con contributi e influenze importanti da parte di personalità di primissimo piano: su tutti quello di Giorgio Canali, storico chitarrista dei CCCP Fedeli alla Linea. A Genova, data conclusiva della loro nuova e fortunatissima tournée, i tre musicisti – oltre ai fratelli Ferrari c’è Roberta Sammarelli, entrata a far parte dei Verdena come bassista nel 1996 – presenteranno Endkadenz volume 2, sintesi di un processo di ricerche musicali durato oltre un decennio ma condensato in modo ottimale negli ultimi sei mesi del 2015.
La tournée
Con Roberta Sammarelli scopriamo i temi del nuovo lavoro musicale dei Verdena. «Il 27 gennaio era uscito Endkadenz volume 1, musicalmente più “hard” dell’attuale, datato 28 Agosto 2015, che invece proporrà al pubblico gli ascolti dei quali ci nutriamo quotidianamente: il grunge dei Nirvana, i Beatles, i Beach Boys. A Genova, la città musicalmente più cosmopolita d’Italia, concludiamo il prossimo 11 dicembre (la sede sarà quella della Sala Maestrale dei Magazzini del Cotone al Porto Antico, ndr) il nostro tour, dopo quasi 25 tappe dall’inizio di ottobre, un’esperienza unica che ha raggiunto tutti i principali club della Penisola. Tra questi i concerti all’Auditorium Frog di Firenze lo scorso 26 ottobre, per proseguire con l’Estragon di Bologna il 6 novembre, l’esibizione al Fabrique di Milano il 9 novembre e l’Orion di Roma Ciampino il 13 del mese».
Qual è l’identikit tipo dei fans dei Verdena? «Con gli anni» riprende la Sammarelli «si è sviluppata una corrente di sostenitori ed appassionati decisamente più giovane al fianco di chi ci segue dagli inizi. È molto bello questo confronto di idee con il comune denominatore della nostra musica».
Sinergie e nuove ricerche
Endkadenz volume 2 ha richiesto un lavoro di grande pazienza. «Quasi come costruire un mosaico» interviene Alberto Ferrari «attraverso una session durata ben tre anni e che ha visto la sinergia totale di Roberta con me e mio fratello Luca. Importantissimo sottolineare che Endkadenz è stato suddiviso in due volumi anche per esigenze di mercato; non potevamo offrire un “discone” della durata di oltre due ore e così ne abbiamo proposto due volumi, da 57 e 59 minuti, in versione agile e propositiva».
Suddivisione mirata? «Assolutamente no», risponde ancora Roberta Sammarelli. «Direi voluta solo dopo un lavoro portato a termine nelle due settimane che hanno preceduto l’inizio della tournee. Due settimane di composizione con una scaletta in maniera casuale. Il tour di Endkadenz volume 1 è iniziato a febbraio per concludersi in aprile; dopo l’uscita del secondo volume, ad agosto, abbiamo anche effettuato una “pausa di riflessione” per preparare al meglio i pezzi e per iniziare nuove e più accurate ricerche musicali».
Lo scorso anno Alberto Ferrari ha iniziato ad ascoltare con più attenzione anche la classica: Beethoven, Brahms, Verdi. «Questa però non rientra nei nostri programmi: le proposte dei Verdena al pubblico puntano manifestamente a non riproporre mai sonorità già offerte prima».
Le canzoni
Endkadenz volume 2 si compone di sette brani. Iniziamo da “Cannibale”. «Una canzone» spiega Luca Ferrari «che nonostante il titolo ha atmosfere felici, un po’ spanish. Subito dopo uno dei brani cui siamo più affezionati: “Dymo”, canzone assai più impegnata, con una coda che ricorda moltissimo le vecchie pubblicità anni Settanta ed “Anima latina” di Lucio Battisti».
Alberto Ferrari aggiunge che «la demo originale vedeva solo pianoforte, basso e batteria, ai quali abbiamo aggiunto tanta roba da non potersi elencare. Dymo è innanzitutto un omaggio, è il nome di Omid al contrario, con l’aggiunta di una Y al posto della I. La canzone è stata scritta nel periodo in cui Omid Jazi era il quarto componente della band».
Poi ecco venire fuori il tema dell’uomo che interroga Dio sulla sua reale esistenza in “Un blu sincero” e la presunta invincibilità morale e materiale proposta da “Colle Immane”, canzone che si compone di una struttura strofa-ritornello molto pop. Tra i brani più orecchiabili “Natale con Ozzy”: per la cronaca Ozzy non è solo il nome del celebre front-man dei Black Sabbath, Ozzy Osbourne, ma anche quello del simpaticissimo gatto di Alberto Ferrari.
Il cocktail Verdena
Per finire una curiosità, aspettando la band a Genova. Alcuni anni fa i Verdena, dopo avere ricevuto il Premio Pim Repubblica per l’album di esordio, sono stati omaggiati con un cocktail molto giovane e fresco che reca il nome del gruppo stesso. Gli ingredienti: mezzo lime, due terzi di succo di limone, un terzo di succo di pompelmo, sciroppo di kiwi quanto basta, 4 cubetti di ghiaccio e due cucchiai di zucchero di canna. Dopo avere pestato in un bicchiere da bibita il lime e lo zucchero, aggiungete nell’ordine il ghiaccio, il succo di pompelmo e lo sciroppo di kiwi. Mescolate bene per poi filtrare in un bicchiere da cocktail, guarnendo con una fettina di ananas o di arancia. Successo garantito. Fresco come la musica dei Verdena.
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