In mostra a Palazzo Rosso, l’esposizione “Disegni per una città moderna. Genova negli acquerelli di Aldo Raimondi”, con gli scorci anni Trenta del pittore milanese
Una mostra per riscoprire la Genova di una volta, in programma a Palazzo Rosso fino al prossimo 14 gennaio. «Disegni per una città moderna. Genova negli acquerelli di Aldo Raimondi» propone una serie inedita di acquerelli, conservati presso la Collezione Topografica del Comune del Centro DocSAI, che ritraggono alcuni scorci di Genova della metà degli anni ’30, con una freschezza ed un entusiasmo ‘propagandistico’, da cui traspare il vivo compiacimento in una città moderna, che si rinnova, anche a costo di distruggere interi brani del suo centro storico, pronta ad essere protagonista delle nuove sfide che il Novecento impone. È l’occasione per ripercorrere, attraverso queste opere di Aldo Raimondi, la storia di alcuni edifici cittadini costruiti a cavallo delle due Guerre che delinearono e caratterizzarono in modo imprescindibile l’aspetto urbano della città post-ottocentesca, la città Moderna, appunto. Gli acquerelli di Raimondi sono esposti insieme alla documentazione fotografica del tempo dell’Archivio fotografico storico del Comune.
Compiuta la formazione a Roma nello studio del pittore Giuseppe Signorini, Aldo Raimondi si laurea in architettura all’Accademia di Belle Arti. Dal 1925 al 1926 è a Milano per il servizio militare e si cimenta nella decorazione ad affresco di una caserma milanese, dedicandosi anche al restauro delle sale di Palazzo Cusani, sede del Comando di Corpo d’Armata; trasferitosi a Parma nel 1926 per insegnare nell’Istituto d’Arte, vi esegue una serie di acquerelli della città vecchia, ancora oggi visibili nel Palazzo Civico, dando l’avvio ad una fortunata attività di vedutista di città italiane e straniere. A Parma si tiene inoltre nel 1930 una sua prima mostra personale, seguita da altre numerose esposizioni in Italia e all’estero. Specializzatosi nella pittura ad acquerello, cui si dedica quasi esclusivamente, ottiene nel 1939 all’Accademia di Brera una cattedra specifica per l’insegnamento di questa tecnica e dipinge paesaggi, animali, fiori e numerosi ritratti, tra cui quelli dei papi Giovanni XXIII (1958) e Paolo VI (1966). Realizza inoltre alcune vetrate per il Seminario Arcivescovile di Monza, per la parrocchiale di Menaggio presso Como e per la chiesa di San Simpliciano a Milano, mentre come illustratore collabora per alcuni anni con Achille Beltrame alla “Domenica del Corriere”.
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